Siamo in pieno clima di campagna elettorale e la grancassa mediatica funziona a pieno regime: in particolare, il caso del giorno sembra essere la presentazione dei candidati M5S all'uninominale.
Chi ha potuto seguire la diretta web della presentazione avrà avuto modo di rendersi conto dell'altissimo profilo morale e professionale delle persone provenienti dalla società civile che hanno deciso di mettersi in gioco con il Movimento 5 Stelle. E probabilmente proprio per questo motivo è subito iniziato da parte dei media di regime il tam-tam della volgarizzazione più faziosa di questo evento, con articoletti tendenziosi e qualunquistici degni al massimo di una frettolosa lettura alla fermata dell'autobus. Prendiamo due esempi particolarmente calzanti, tanto per capirci.
Sulla testata web del Partito Democratico, leggiamo che il M5S ha messo in lista il magistrato in pensione Ubaldo Nannucci, sul quale l'articolista avanza dubbi di posizioni radicalmente anti-islamiche.
Sulla sito web de "Il Giornale", apprendiamo invece che il M5S ha messo in lista l'economista Paolo Biancone, sul quale l'articolista avanza dubbi di posizioni radicalmente pro-islamiche.
Dal confronto fra il contenuto di entrambi i suddetti articoli emerge, e con evidenza, l'esatto opposto del messaggio surrettizio che vorrebbero farci passare le due testate riguardo i rapporti fra il M5S e il mondo musulmano: in realtà il M5S non è né pro-Islam (come sostiene "Il Giornale") e né anti-Islam (come sostiene "Democratica"), altrimenti non si spiegherebbe la coesistenza sotto la stessa insegna politica di due persone che in merito hanno visioni diverse.
Intanto, fa piacere constatare che finalmente, come dovrebbe essere di norma in un paese normale e come finora mai è avvenuto in Italia, i candidati di un partito vengono analizzati guardando esclusivamente alle loro posizioni politiche e ai loro trascorsi professionali, non avendo essi alcun tipo di scheletro nell'armadio e alcun conto in sospeso con la giustizia. Una bella differenza, rispetto ai rimanenti soggetti politici in cui abbondano nomi ben noti alle Procure e all'Accademia della Crusca come "Giggino a'purpetta" o personaggi - come la famosa Mary Helen Woods - che, per garantirle una cadrega sicura, viene messa capolista in almeno quattro seggi sparsi in tutta Italia. Evidentemente ad Arezzo non hanno prudentemente ritenuto di presentarla.
Ottimo e abbondante. E siamo solo all'inizio: più la campagna elettorale entrerà nel vivo e più ne vedremo e ne leggeremo delle belle, e anche delle balle. Stay tuned.
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