Qualche giorno fa un insegnante di una scuola superiore di Fiorenzuola d'Arda ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un post in cui paventava pesanti ripercussioni a livello di valutazione didattica, sino a giungere alla bocciatura, per i suoi allievi che fossero stati colti nell'atto di partecipare a una manifestazione politica del cosiddetto "Movimento delle sardine" che si sarebbe tenuta di lì a breve nella cittadina del piacentino.
Questa avventata esternazione però non sfugge all'occhiuta attenzione del web e in brevissimo tempo arriva inevitabilmente anche all'attenzione della dirigenza dell'istituto scolastico in cui insegna il docente autore del post, dirigenza che a sua volta, subito dopo essersi pubblicamente dissociata dalla condotta dell'insegnante, informa dei fatti per via gerarchica il Ministro dell'Istruzione Fioramonti, che si attiva anch'egli con altrettanta celerità ordinando l'apertura di un'indagine disciplinare e decretando nel frattempo la sospensione cautelativa del docente dalle attività didattiche d'istituto.
E a questo punto ecco entrare in gioco i "guappi di cartone", figura retorica che nella cultura popolare napoletana rappresenta un soggetto molto simile al plautiano "miles gloriosus" ma che accentua ancor di più l'aspetto caratteriale della spacconeria millantatoria. Il guappo di cartone, infatti, è sostanzialmente uno sbruffone che si atteggia a maschio alfa solo quando è assolutamente certo di trovarsi a distanza di sicurezza dagli oggetti delle sue minacce, ma che batte invariabilmente in ritirata con la coda tra le gambe e con le orecchie basse quando costoro, non facendosi affatto impressionare dal suo berciare, gli si appropinquano con le maniche della camicia ben affrutticate e con tutte le intenzioni di toccare con mano (e non solo) la reale consistenza dei suoi bellicosi propositi.
Il primo di essi appare essere l'insegnante stesso, il quale cancella prima il suo post e poi anche il suo profilo Facebook, e successivamente, forse rendendosi conto che un'indagine disciplinare potrebbe comportare gravi rischi er il suo stesso posto di lavoro, si profonde in scuse accorate nei confronti di studenti e colleghi cospargendosi il capo di cenere e affermando che egli mai e poi mai si sarebbe permesso di mettere in pratica i propositi repressivi dichiarati nel suo post.
Affermazioni, queste, che prendiamo con beneficio di inventario essendo esse in contrasto stridente con altre ripetute prese di posizione di tenore ben diverso assunte dal nostro baldo insegnante.
E micamiciomiciobaubau.
Il secondo guappo di cartone è il Sempre Ottimo Matteo Salvini, onnipresente anchor-man de noartri su tutte le piattaforme web quando si tratta di fustigare comportamenti da lui ritenuti "anti-qualcosa" (soprattutto se sono "anti-lui", come nel caso delle persone che quando l'Ottimo era non solo Ottimo ma anche Ministro degli Interni si sono ritrovate la DIGOS alla porta di casa con l'ordine preciso di rimuovere gli striscioni, "sgraditi" all'Ottimo, appesi alle ringhiere dei balconi delle loro private dimore).
Dell'Ottimo, ricordiamo le immediate prese di posizione in un altro caso, quando un'insegnante di scuola elementare profferì epiteti volgari e auguri di morte nei confronti di agenti della Polizia di Stato che svolgevano servizio di ordine pubblico durante una manifestazione organizzata da Casapound.
I due casi sembrano effettivamente essere fattispecie molto simili, tanto che anche quella insegnante venne prima sospesa e poi licenziata per condotta indegna, ma tu guarda la combinazione, in questi giorni non risulta alcuna traccia di reazione da parte dell'Ottimo Matteo Salvini nei confronti di un soggetto che manifesta idee e comportamenti degni di un gerarca in orbace.
Il terzo guappo di cartone è invece l'insieme cumulativo di scribi, amanuensi e giornalettisti vari i quali nei confronti dell'insegnante che augurò la morte agli agenti non si fecero pregare a tirar bordate a palle incatenate con tutti i grossi calibri delle loro bocche da fuoco mediatiche, ma che oggi restano con la penna sospesa a mezz'aria in preda alla classica paresi da scribacchino in attesa di ordini su cosa scrivere, come scriverlo, su cosa tacere e su cosa inventarsi di sana pianta tanto per riempire un po' di pagine.
Ma noi intanto, ricordando che anche il ricorso della maestra che augurò la morte ai poliziotti venne poi respinto e il suo licenziamento divenne quindi effettivo e confermando l'assoluta similarità di tale vicenda rispetto ai fatti di Fiorenzuola d'Arda, non possiamo non augurarci per ragioni di equità che anche l'esito di questa vicenda disciplinare sia identico e che quindi anche in questo caso la scuola italiana venga liberata dalla ingombrante e inopportuna presenza di soggetti che non sono degni di svolgere la nobile professione di insegnante e che invece troverebbero più utile collocazione nell'altrettanto nobile esercizio dell'agricoltura.
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