In questo interessante articolo di Repubblica, a firma dell'Ottimo Sebastiano Messina, apprendiamo alcune straordinarie novità. Analizziamone alcune, punto per punto.
Prima di tutto, apprendiamo che Roma sarebbe stata presa d'assalto da tassisti e ambulanti.
Che a Roma vi siano stati disordini, incidenti e atti di inqualificabile teppismo, è oggettivamente vero. E' d'altronde parimenti vero che, come leggiamo nello stesso articolo, gli obiettivi di questi facinorosi sono stati in larga misura, anche se non solo, quelli che comunemente definiamo i "palazzi del potere", ovvero i luoghi in cui la politica prende le decisioni contro le quali si manifesta: Palazzo Madama (sede del Senato), Montecitorio (sede della Camera dei deputati) e la sede del Partito Democratico (dal quale è partito l'emendamento della discordia).
Sarebbe anche stato giusto ricordare, per correttezza e completezza dell'informazione nei confronti del lettore (vero, Ottimo Messina?), che scioperi e altre manifestazioni di protesta, violente o meno, si sono replicate identiche in molte altre città italiane: per esempio, a Milano, oppure a Torino, che non sono precisamente paeselli sperduti sulle montagne.
Ma andiamo avanti.
Nell'articolo si critica aspramente e ripetutamente il sindaco di Roma per essersi schierata dalla parte dello sciopero selvaggio e di chi paralizza la città, organizza blocchi stradali e assedia il Parlamento , smentendo però subito dopo questa accusa con un breve accenno al fatto che Virginia Raggi "condannava" la violenza.
Una ricostruzione, questa, che si dimostra chiaramente faziosa andando brevemente a rivedere (magari anche su un altro articolo di Repubblica del giorno prima, vero, Ottimo Messina?), quali fosse stata la presa di posizione della stessa Raggi riguardo le violenze:
"Manifestare è un diritto, usare la forza è inaccettabile. Al fianco di chi protesta civilmente. Ferma condanna verso chi ricorre alla violenza"
"Al contempo invito tutti voi ad evitare episodi vergognosi come le minacce a chi vuole lavorare: sono comportamenti che non si addicono ad una categoria che svolge ogni giorno un servizio prezioso per la città"
Una presa di posizione chiara, peraltro comune a tutte le forze politiche e istituzionali (vero, Ottimo Messina?), e avvenuta immediatamente dopo aver appreso dei disordini. Ma forse l'Ottimo Messina riteneva (sicuramente in buona fede...), quando ha scritto l'articolo, che il sindaco di Roma possedesse la sfera di cristallo e che quindi avrebbe saputo in anticipo, prima del loro effettivo verificarsi, dei disordini di cui sopra, avvenuti peraltro anche ad opera di estremisti pronti a sfruttare ogni occasione per guadagnarsi un po' di visibilità e per sfogare gli istinti più beceri.
Cosa c'entri, poi, far seguire subito dopo la citazione degli atti di teppismo la frase di Grillo sui "tassisti che hanno ragione", come in una sorta di consecutio logica, è cosa in teoria poco comprensibile, ma in pratica molto chiara. Vero, Ottimo Messina?
Ma andiamo avanti e commentiamo quello che l'Ottimo Messina definisce uno sconsiderato imprimatur allo sciopero selvaggio da parte del sindaco, affermazione totalmente destituita di fondamento proprio in virtù del richiamo a tornare al lavoro fatto pubblicamente dal sindaco nei confronti dei tassisti. Se nell'articolo vi fosse (e non c'è) almeno uno straccio di richiamo al merito della questione, il lettore potrebbe avere qualche elemento in più per farsi un'idea se le richieste delle associazioni di categoria dei tassisti siano ragionevoli oppure no.
Perché il punto è proprio questo: hanno ragione oppure no, i tassisti, a chiedere il ritiro di un emendamento che rinvia a dicembre l'inizio dell'implementazione di regole che finalmente distinguano con maggiore chiarezza quale differenza vi sia fra il servizio taxi e il servizio NCC (noleggio con conducente), che già oggi sono in teoria giuridicamente e fiscalmente distinti ma che all'atto pratico sono giunti in una situazione di concorrenza conflittuale proprio a causa dell'incapacità della politica (quella degli "esperti e competenti"...) di adeguare in tempo utile la relativa normativa?
La domanda, alla fine, è questa.
E la risposta NON deve darla il sindaco di una città, ma la classe dirigente nazionale, asserragliata nel confortevole fortino parlamentare e profumatamente pagata per farlo, il suo lavoro, e NON per far incancrenire i problemi rinviando le decisioni.
Gli "esperti e competenti", appunto. Quelli che dovrebbero cogliere (e non rinviare) le occasioni per fornire chiarezza, trasparenza e maggiore tutela sia a chi fornisce un servizio (che sia di taxi o di NCC) sia a chi ne usufruisce.
Vero, Ottimo Messina?
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