venerdì 22 settembre 2017

La forza della paura.

A pochi mesi dal termine della legislatura e dopo aver analizzato tutte le possibili proiezioni in merito alla prevedibile distribuzione delle preferenze nel corpo elettorale, tutte le maggiori forze politiche presenti in Parlamento devono aver preso definitivamente atto che i rapporti di forza risultanti da elezioni indette con l'attuale meccanismo vedrebbero quasi sicuramente un Parlamento quadripolare "alla spagnola" in cui i principali attori sarebbero costituiti da soggetti politici nessuno dei quali sarebbe in grado, da solo, di raggiungere la maggioranza necessaria per governare ma per i quali, peraltro, nessuna alleanza risulterebbe politicamente fattibile per eccessiva inconciliabilità programmatica o per non rischiare la rivolta dell'elettorato di riferimento.

Il Partito Democratico orfano dei profughi bersaniani è soltanto l'ombra della macchina da guerra renziana delle ultime elezioni europee, e dai sondaggi viene ormai dato costantemente al di sotto del Movimento 5 Stelle.
Grillo & soci, d'altra parte, pur essendo attualmente accreditati di quella maggioranza relativa che darebbe al M5S il diritto di aspirare all'incarico di formare un governo, sanno benissimo anche loro di essere più o meno su una quota di consenso elettorale non superiore al 30%, quota che se si esclude l'opzione, da sempre assiomaticamente respinta, dell'alleanza con qualche altro soggetto politico, non permette di farsi alcuna illusione sulla possibilità di ottenere una maggioranza in Parlamento.
La Lega di Salvini, pur con tutti gli sforzi fatti per ampliare la base elettorale anche nelle aree meridionali sino a poco tempo fa disprezzate e considerate solo come una palla al piede per il nord ricco e virtuoso, resta comunque detentrice del solo platonico titolo di primo partito del centrodestra, avendo eroso, come era prevedibile e inevitabile, molta parte del consenso al relitto consunto di una Forza Italia in cui la leadership resta nelle mani di un padre-padrone pregiudicato, privato dei diritti politici e quindi impossibilitato anche a candidarsi e a svolgere un ruolo attivo in Parlamento.

Con questi presupposti, solo nel campo della fantapolitica si potrebbero ipotizzare alleanze capaci di determinare una plausibile maggioranza parlamentare.

Infatti, pur ammettendo in via del tutto ipotetica che il Partito Democratico e Forza Italia riuscissero a trovare un nuovo accordo facendo rinascere una sorta di Nazareno 2, per arrivare alla maggioranza avrebbero comunque bisogno anche dei voti di Salvini, il quale però ha detto chiaro e tondo che ogni eventuale alleanza che comprendesse la Lega dovrebbe partire dal presupposto della premiership al leader leghista (cioè a lui), e che in ogni caso la Lega con Renzi non vuole averci assolutamente nulla a che fare.

Peraltro, anche l'ipotesi irrealistica di un PD che ricuce lo strappo con i bersaniani non potrebbe in ogni caso portare a una maggioranza basata su questo patto per insufficienza di numeri.

E anche ipotizzando la rinascita di un polo di centrodestra basato su un patto a tre Berlusconi-Salvini-Meloni, ci troveremmo ancora di fronte a numeri insufficienti per formare una maggioranza parlamentare.

Il M5S, da parte sua, si è già chiamato ripetutamente fuori da ogni ipotesi di alleanza, il che, molto semplicemente, vuol dire che i vertici del Movimento, rendendosi conto di non essere ancora strutturalmente pronti per guidare il paese, non hanno nessuna seria intenzione di andare ad accollarsi prematuramente la responsabilità del governo e nel frattempo, tanto per far spettacolo, passano il tempo sulla piattaforma Rousseau giocando a selezionare un candidato premier che non avrà alcuna chance di formare un governo M5S.

Questo è quanto. In buona sostanza, con questo sistema elettorale nessuna combinazione di DUE partiti può aspirare a formare una maggioranza in Parlamento. Per riuscirci, servirebbe un'alleanza di almeno TRE partiti. Ma nell'attuale quadro politico, nessuna combinazione di TRE partiti è realmente possibile a causa delle incompatibilità e dei veti incrociati innanzi descritti.

Ci troviamo quindi di fronte a una situazione di stallo politico che preoccupa e che a molti osservatori fa persino paura.
La soluzione del dilemma però esiste, ed è anche ovvia. Si tratta semplicemente (si fa per dire...) di metter mano alla legge elettorale e di cambiarla in senso più spiccatamente maggioritario.

Riusciranno i nostri eroi?

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