lunedì 11 settembre 2017

Non se ne salva nemmeno uno.

Il caso dello stupro di Firenze di cui sono accusati due Carabinieri, nonché la conseguente ondata di polemiche, di distinguo e di reazioni sui media e sui social, ci restituiscono l'amarissima fotografia di un'Italia ormai culturalmente devastata. E quando dico che "non se ne salva nemmeno uno" voglio affermare, letteralmente, che tutti i protagonisti di questa squallida vicenda ne escono male, molto male.

I fatti accertati sono che, dopo un intervento effettuato per il ripristino dell'ordine pubblico davanti all'ingresso di una discoteca, due militari dell'Arma hanno fatto salire sulla loro auto di servizio due giovani ragazze, che in quel momento si trovavano entrambe in condizioni di alterazione di coscienza a causa della precedente assunzione di alcoolici o sostanze stupefacenti, le hanno accompagnate alla loro abitazione, e giunti a destinazione hanno entrambi consumato, ciascuno con una delle due ragazze, un rapporto sessuale.

Come spesso avviene, pare che gli indagati abbiano negato la violenza sessuale affermando che il rapporto fosse consenziente: scriminante giuridicamente del tutto inesistente poiché, anche qualora non vi sia utilizzo della forza fisica e/o di costrizione psicologica nei confronti della vittima, lo stato di menomazione fisica o psichica configura e presuppone sempre un rapporto sessuale non consapevolmente e liberamente voluto e quindi estorto a persona in condizioni di grave inferiorità.
Questo si chiama stupro, e deve essere chiaro.

Peraltro, sembra anche che gli indagati si siano giustificati sostenendo di non essersi accorti dello stato di alterazione psichica da parte delle due ragazze, le quali sarebbero apparse pienamente coscienti e presenti di sé stesse. Quanto queste giustificazioni possano essere ritenute attendibili lo valuterà la magistratura, ma dagli accertamenti medici esperiti sulle due vittime sembra sia emerso non solo che il rapporto sessuale c'è stato, pur non essendo stati riscontrati segni di violenza fisica, ma anche, come ho già ricordato, che esse si trovavano effettivamente in grave stato di alterazione psichica a causa dell'assunzione di alcoolici e/o sostanze stupefacenti nelle ore immediatamente precedenti ai fatti.
Mi si consenta quindi, in attesa delle risultanze delle indagini, di nutrire una serie di perplessità riguardo l'incapacità, da parte di due agenti dotati di lunga esperienza professionale, di percepire la poca lucidità delle due ragazze durante tutto il tempo che hanno passato in contatto con esse a partire dal luogo in cui le hanno incontrate.

Tuttavia, pur facendo l'avvocato del diavolo, pur presumendo che le due vittime fossero effettivamente in un normale stato di lucidità, e presumendo persino che il rapporto sessuale sia stato a tutti gli effetti consenziente, ciò non esime i due carabinieri dal rispondere della violazione di tutta una serie di norme del regolamento di disciplina avendo posto consapevolmente in essere le condotte di cui sopra: infatti non è consentito, se non in circostanze specifiche molto precise, far entrare e trasportare civili nell'auto di servizio, e non è parimenti consentito intrattenersi in rapporti intimi con terzi durante il servizio.

Stiamo quindi parlando, al di là degli aspetti penali relativi alla violenza sessuale, di comportamenti disciplinarmente inammissibili da parte di due rappresentanti delle forze dell'ordine, comportamenti la cui gravità . ovviamente - non poteva non essere nota agli stessi.

Insomma, se anche non ci trovassimo di fronte a due ignobili stupratori (e su questo l'ultima parola spetta alla magistratura), ci troviamo certamente di fronte a due immensi cretini che, per loro stessa ammissione, hanno posto in essere comportamenti gravemente lesivi dell'onore dell'istituzione da essi rappresentata e che per tale ragione si sono resi indegni di continuare a rappresentarla indossando quella divisa. Tutto ciò è stato chiaramente e opportunamente ribadito anche dallo stesso Comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette.

Tuttavia, nemmeno gli alti gradi militari escono benissimo da questa storia, comunque vada a finire, poiché l'applicazione in sede disciplinare del "rigore esemplare" promesso in questo caso dovrebbe essere non un evento eccezionale ma la norma in ogni occasione in cui il comportamento dei rappresentanti di una istituzione ne pregiudica l'immagine: forse il generale Del Sette o i suoi colleghi di altre forze di polizia sono in grado di dirci quali "esemplari sanzioni" siano state adottate, per fare un esempio, nei confronti dei picchiatori della Diaz, dei torturatori di Bolzaneto e dei loro capi?

E per finire, mi sia consentito di sottolineare che non escono per niente bene da questa bruttissima storia nemmeno tutti coloro che, per un motivo o per l'altro, si sono affrettati a fare confronti e paragoni idioti con la vicenda di Rimini, che configura un quadro di inaudita ferocia e di spietatezza che nulla ha a che vedere con i fatti di Firenze.

Sulla figura e sul comportamento delle due studentesse di Firenze, invece, al momento trovo giusto astenermi da ogni commento e considerarle vittime sino a prova contraria poiché un rapporto sessuale non consapevolmente voluto è comunque una ferita ben difficile da rimarginare.
C'è stato persino chi le ha accusate di imprudenza per aver accettato di salire nella macchina di servizio dei due carabinieri: ma allora, se non possiamo fidarci più nemmeno delle forze dell'ordine, in che mondo viviamo?

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