Da questo articolo del Fatto Quotidiano apprendiamo oggi che i sindaci di alcune città italiane avrebbero espresso posizione contraria all'intenzione del Ministero delle Infrastrutture di chiudere i porti italiani all'approdo delle navi a bordo delle quali si trovano i naufraghi oggetto delle recenti operazioni di salvataggio compiute sotto il coordinamento dell'IMRCC di Roma.
E' necessario sottolineare che l'ipotesi della chiusura dei porti italiani allo sbarco dei naufraghi, pur se non può essere considerata di per sé un atto formalmente illegittimo, appare molto discutibile sia dal punto di vista della normativa nazionale che da quella sovranazionale a cui l'Italia aderisce.
E' altresì necessario e doveroso prendere atto anche del fatto che a nessun sindaco è riconosciuta alcuna competenza diretta su tale questione, e men che meno il necessario potere decisionale, essendo tali competenze esplicitamente demandate dalla legge 84/1994 alla Autorità di Sistema portuale attraverso i suoi organi amministrativi. Non è quindi giuridicamente possibile, per i sindaci, opporsi alla decisione del Ministro delle Infrastrutture di disporre la chiusura dei porti.
Non risulta peraltro nemmeno possibile, per essi sindaci, invocare poteri suppletivi di ordine pubblico, essendo tali poteri di piena e esclusiva competenza delle Autorità di pubblica sicurezza presenti sul territorio comunale, nella fattispecie il Questore e il Prefetto per tutti i Comuni capoluogo di provincia.
Le succitate prese di posizione di Orlando, De Magistris, Falcomatà e altri, quindi, devono essere a tutti gli effetti considerate esternazioni strumentali e propagandistiche aventi valenza di carattere esclusivamente politico.
D'altra parte, è appena il caso di sottolineare che anche le prese di posizione di altre parti politiche, soprattutto provenienti da Salvini e da altri esponenti leghisti appartenenti al governo o alla maggioranza, devono essere vagliate nell'ottica della propaganda e dell'opportunismo politico. A Matteo Salvini, in particolare, va riconosciuta una straordinaria capacità di leggere il momento politico e di comportarsi di conseguenza, con un tempismo effettivamente sconosciuto a chiunque altro: l'attuale coabitazione al governo con il M5S sta spingendo la Lega a livelli di consenso popolare mai visti finora mentre il M5S - come si può percepire chiaramente già dalle elezioni amministrative comunali svoltesi ieri - subisce il prevedibile e inevitabile contraccolpo cominciando a perdere consenso da parte di quella porzione di elettorato proveniente dall'area di sinistra che finora aveva votato per il Partito Democratico e che comincia a vedere - non certamente a torto - il M5S "intrappolato" dal compromesso raggiunto con la Lega, compromesso che scalfisce oltre il tollerabile alcuni valori che l'elettorato di sinistra considera basilari.
E credo che siamo appena all'inizio.
Certo, tutto questo potrebbe semplicemente essere considerato fisiologico e facente parte del gioco politico, se non fosse che in questo gioco la posta è il futuro e il destino di un gran numero di persone.
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