sabato 20 novembre 2010

Le dimissioni annunciate da Mara Carfagna

Era nell'aria, ma si attendeva che la diretta interessata formalizzasse la sua decisione.


Carfagna: voto la fiducia e mi dimetto

"Abbandono Parlamento, ministero e partito dato che il mio contributo pare sia ininfluente"



Al di là di quelli che possono essere i retroscena politici della decisione, appare interessante prendere atto di come questa notizia, oggettivamente di non secondaria importanza nell'attuale momento di instabilità politica, viene - e verrà - trattata dai mezzi di comunicazione.

Fra le prime reazioni, di particolare rilevanza risultano essere alcuni articoli pubblicati sul sito del quotidiano "Il Giornale":



nei quali le critiche alla decisione di Mara Carfagna appaiono fondate non su questioni di carattere politico e istituzionale ma su gossip, pettegolezzi e insinuazioni completamente prive di valenza politica.

Insomma, sembra proprio che i grossi calibri della stampa che fa riferimento al Presidente del Consiglio siano entrati in azione, l'obiettivo è Mara Carfagna, e la consegna è distruggerne l'immagine, metterla in ridicolo, volgarizzare ogni sua parola, ogni sua azione.

Cosa non nuova, del resto. Già all'atto della sua nomina a Ministro delle Pari Opportunità fu da ambienti mediatici legati all'opposizione di centro-sinistra che giunsero critiche e attacchi feroci alla sua persona; ricordiamo a tal proposito un botta-e-risposta fra la Carfagna e Antonio Polito, direttore del quotidiano "Il Riformista", di cui possiamo trovare un interessante sunto in questo link:


Ma che la figura della Carfagna potesse essere attaccata dall'opposizione, è cosa che in un modo o nell'altro fa parte della normale dialettica politica democratica e non deve stupire più di tanto. E' chiaro che anche in questo ci sono certi limiti dettati dall'educazione e dal buon gusto, limiti che non dovrebbero essere mai travalicati, come invece è avvenuto quando a prendere la parola contro Mara Carfagna è Sabina Guzzanti:


Comunque, in fin dei conti, molto meglio essere presi a male parole piuttosto che prendersi direttamente una pallottola in testa come purtroppo accade in altre nazioni meno evolute.

Quello che però lascia interdetti è la subitaneità e la violenza dell'attacco proveniente dalla stampa che si è sempre posizionata a strenua difesa della roccaforte berlusconiana, senza se e senza ma. Oggi questa stampa appare aver appena iniziato a rimettere in funzione la "macchina del fango" di immobiliare memoria.

Mi chiedo se sia stato anche dato l'ordine di non fare prigionieri. Anzi, prigioniere.

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