lunedì 27 ottobre 2014

Il buco con niente intorno.

Della serie: "come confutare le affermazioni dei politicanti servendosi solo della logica".

Che Matteo Renzi sia personaggio inaffidabile e bugiardo lo si è già constatato più volte.

Inaffidabile, perché ciò che dice e che promette viene troppo spesso smentito dai fatti: vedasi le sue improvvide e avventate dichiarazioni sul tasso di crescita dell'economia italiana dopo i suoi primi interventi (i famosi 80 euro, per fare un solo esempio); oppure, vedasi le sue altrettanto famose promesse di non andare a Palazzo Chigi se non dopo l'investitura elettorale da parte dei cittadini.

Bugiardo, perché molte delle sue promesse sono state fatte mentendo sapendo di mentire: e qui è troppo facile ricordare il famoso motto "Enrico, stai sereno", partorito praticamente a ridosso della defenestrazione del Nipote Di Suo Zio dalla carica di Capo del governo. Ma è altrettanto facile riandare al discorso programmatico al Senato, ove l'Ottimo Matteo si è letteralmente sbizzarrito promettendo formalmente "una riforma al mese" a partire da marzo: fisco, scuola, pubblica amministrazione, strutture istituzionali...
Ebbene, siamo alle porte di novembre, queste scadenze sono state abbondantemente superate e nulla di quanto promesso si è ancora visto.
Quindi, girate la frittata come volete, ma questo è un bugiardo.

Oggi, però, il giorno dopo il suo intervento alla Leopolda, scopriamo che l'Ottimo Matteo ha anche una immensa faccia di bronzo. Non è facile, in realtà, condensare in un unico discorso tante sciocchezze e tante falsità tutte insieme, eppure lui c'è riuscito e c'è riuscito così bene che non ha ricevuto in cambio monetine, pomodori, ortaggi e uova marce ma soltanto applausi e ovazioni.
Una roba da non credere.

Ma entriamo nel merito: l'affermazione "il posto fisso non esiste più" è evidentemente falsa, visto che a oggi i lavoratori, sia del settore pubblico che di quello privato, occupati con contratto a tempo indeterminato ammontano a milioni.
Questa ovvietà, di per sé, basterebbe a giustificare il lancio di pomodori. Ma nemmeno sfusi, anzi, lanciati proprio con tutto il barattolo e sperando di cogliere in pieno il bersaglio.

Ora qualcuno mi dirà che l'affermazione è da intendersi come una normale iperbole retorica, sì, insomma, quelle cose che sentiamo ogni volta che un oratore sale su un palco. Nulla di cui stupirsi o scandalizzarsi.
Bene. Glielo concediamo.
Diciamo allora che Renzi non voleva certamente sostenere che il posto fisso non esiste più ma che è una tipologia contrattuale che ormai si riscontra a un numero sempre più basso di lavoratori, virtualmente sparita nelle nuove assunzioni.
Questo è già un quadro decisamente più aderente a una realtà in cui il datore di lavoro, per ragioni spesso (ma non sempre) inerenti al pessimo momento che l'economia sta globalmente vivendo, si guarda bene dall'investire nel contratto a tempo indeterminato e preferisce di gran lunga garantirsi la maggiore flessibilità possibile di organico, una flessibilità che può essere ottenuta e garantita soltanto attraverso forme di assunzione a tempo determinato.

Bene. Concediamo anche questo.

Ma allora, quello che ci si deve chiedere è quale problema rappresenti ciò che è rimasto dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori in un panorama del genere.

L'articolo 18 non rappresenta, per il datore di lavoro, un ostacolo alla scelta della tipologia contrattuale da applicare al lavoratore: chi vuole assumere a tempo determinato continuerà tranquillamente a farlo anche in futuro e anche se l'articolo 18 continuasse a esistere per sempre. Esattamente come succede finora.

L'articolo 18, peraltro, poiché riguarda una percentuale di lavoratori certamente minoritaria rispetto al totale degli occupati, non può avere alcuna reale influenza sull'andamento complessivo del mercato del lavoro e delle dinamiche occupazionali, e infatti finora non lo ha avuto.

Quale ragione c'è, quindi, nel sostenere che l'articolo 18 rappresenta un ostacolo all'incremento dell'occupazione? nessuna. Proprio nessuna. Come già detto, non è mica obbligatorio assumere a tempo indeterminato.
C'è un imprenditore, uno soltanto, che oggi in Italia può sostenere di non aver potuto assumere un dipendente a causa dell'esistenza dell'articolo 18? nessuno. Proprio nessuno. Ci sono così tante tipologie di contratto a termine disponibili, c'è solo l'imbarazzo della scelta.

Ma di tutto questo, l'Ottimo Renzi si guarda bene dal far cenno. Egli, peraltro, si guarda bene anche dallo sfiorare la questione di principio relativa alla giusta tutela dei fondamentali diritti individuali, ovvero a come rimediare a un danno provocato ingiustamente. Nel caso di specie, il danno ingiusto consiste in un licenziamento illegittimo, cioè operato al di fuori dei casi previsti dalla legge. Si noti bene, anche i fautori dell'abolizione dell'articolo 18 non negano la sussistenza dell'arbitrio e quindi di un danno subito dal lavoratore licenziato ingiustamente, ma si limitano a sostenere che a tale danno si deve rimediare con un indennizzo invece che con la riassunzione.

Ovviamente, solo un cretino oppure un immenso cialtrone potrebbe sostenere che l'indennizzo sia soddisfacente come la riassunzione. Sì, perché qui le cose sono due e tertium non datur: o consideriamo l'indennizzo equivalente alla riassunzione oppure no. Ma poiché, come ho appena detto, bisogna essere veramente imbecilli o falsi come Giuda per affermare che lo sia, allora è evidente che le vere motivazioni alla base del progetto di eliminazione dell'articolo 18 sono ben altre e - appunto - altrove vanno ricercate.

A tal proposito, l'Ottimo Renzi si è spesso servito dell'argomento del lavoratori di serie A e di serie B, ove quelli di serie A sarebbero quelli assunti a tempo indeterminato e tutelati dall'articolo 18 contro i licenziamenti arbitrari, mentre quelli di serie B sarebbero quelli a termine che non godono di alcuna tutela sul proprio futuro occupazionale e che sono costretti a campare virtualmente alla giornata.
Secondo l'Ottimo Renzi e la sua corte di servi sciocchi, questa sarebbe una "sperequazione" e una "ingiustizia" da eliminare.
In effetti anche secondo me una situazione del genere è inaccettabile: infatti, il quesito che mi sorge spontaneo nella mente è come fare a garantire un po' più di serenità e di speranza per il futuro anche ai lavoratori a termine.
Per l'Ottimo Renzi, invece, è l'insieme delle (residue) tutele previste dall'articolo 18 a essere un "privilegio inaccettabile": in pratica, se io sto bene e tu hai 40 di febbre, non devi essere tu a guarire ma è giusto che anch'io per solidarietà mi becchi l'influenza, così potremo spazzar via il mio "inaccettabile privilegio" e potremo dire allegramente che in fin dei conti mal comune è mezzo gaudio. Alleluja!

Qualcuno ha un gettone? ho terminato il credito nell'Iphone...


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