giovedì 25 aprile 2013

Non è ancora tempo di elegie per la Resistenza

Prendiamo atto senza particolare stupore della vergognosa mistificazione mediatica sulle considerazioni fatte da Beppe Grillo in merito alla giornata del 25 aprile: l'interpretazione tendenziosa che si è cercato di far passare descrive il messaggio di Grillo come un presunto misconoscimento dei valori morali e del significato storico del 25 aprile e quindi anche come una presa di distanza dalla Resistenza di cui questa giornata è simbolo e ricordo. Ma tutto ciò è l'esatto contrario di ciò che Grillo ha detto, ed è sufficiente leggere il suo blog per rendersene conto ( http://www.beppegrillo.it/2013/04/il_25_aprile_e_morto.html#commenti ) : non esiste alcuna critica al 25 aprile ma a coloro che lo hanno dimenticato, respinto, insultato, tradito e pugnalato alle spalle con una azione politica di stampo conservatore e antidemocratico.

Del resto, un intervento che si conclude con la frase:

"se i partigiani tornassero fra noi si metterebbero a piangere"

deve essere considerato un omaggio ai valori della Resistenza e non la loro negazione.

E' bene quindi riflettere accuratamente su quella che è la situazione attuale delle nostre istituzioni e del nostro sistema politico, poiché la degenerazione di questo sistema rispetto all'impianto previsto dai Padri Costituenti è la causa prima dei problemi che soffocano il nostro paese.

Ricordiamo quindi i principali punti rimarcati da Grillo:

dittatura dei partiti

informazione corrotta

tradimento della Costituzione

passaggio di fatto a repubblica presidenziale

esplosione della disoccupazione

tagli a scuola e sanità pubblica

sprechi e privilegi

perdita della sovranità nazionale

gerontocrazia

istituzioni infestate da piduisti

trattative Stato-mafia

Tuttavia non è corretto, almeno finora, parlare di morte del 25 aprile e dei suoi valori: in una situazione di crisi sociale mai vissuta in precedenza nella storia della nostra repubblica, alle ultime elezioni politiche nazionali la rivolta contro queste degenerazioni della democrazia è riuscita a coagularsi in una entità politica nuova e diversa che, forse immodestamente ma con coraggio, si è assunta il compito di RESISTERE.

Non lasciamoli soli. L'alternativa è il baratro.

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