venerdì 12 aprile 2013

La montagna e il topolino

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/associata/2013/04/12/Ecco-proposte-Saggi-_8541560.html

E quindi, finalmente i dieci saggi hanno fatto quello che dovevano fare: perdere tempo in chiacchiere inutili e farne perdere a noi italiani propinandoci una terrificante serie di banalità e di luoghi comuni.

L'unico che l'ha guadagnato, il tempo, è il Capo dello Stato, che ora vede molto più vicino il traguardo finale del suo settennato e può quindi svincolarsi da ogni tipo di responsabilità politica in questa scottante e delicatissima situazione per ritirarsi - pago di aver fatto la sua parte nel portare l'Italia al punto in cui si trova - nella sua reggia dorata di senatore a vita.

Ci piacerebbe chiederle, esimio Presidente, dopo aver constatato oggettivamente l'impossibilità per Pierluigi Bersani di formare una maggioranza politica in Parlamento, come mai non ha fatto la scelta più logica e naturale, ovvero prendere atto del fallimento e affidare un nuovo mandato esplorativo al Popolo della Libertà nella persona di Angelino Alfano. In fin dei conti, si tratta pur sempre della coalizione che alla Camera è arrivata dietro alla coalizione PD-SEL solo per una stringata manciata di voti.
Magari Silvio Berlusconi, con i ben noti metodi già efficacemente adottati in altre occasioni, riusciva a fare quello che non ha fatto Bersani... e magari a questo punto l'Italia aveva un nuovo governo.

Ma in caso nemmeno Berlusconi fosse riuscito nell'impresa, ci sarebbe proprio piaciuto anche avere l'opportunità di verificare se Lei, esimio Presidente, avrebbe fatto l'ultimo tentativo, cioè quello più ovvio a rigor di logica, ovvero tentare la carta M5S e affidare a questa formazione politica l'incarico di cercare una maggioranza politica in Parlamento. In fin dei conti, se il Partito Democratico, nella persona di Pierluigi Bersani, ha così testardamente e insistentemente cercato l'accordo con il Movimento 5 Stelle affinché potesse almeno nascere un governo targato PD e partorito con il voto di fiducia del partito di Beppe Grillo, non si vede alcun motivo per cui non si sarebbe potuta tentare l'operazione inversa, e cioè cercare di far nascere un governo targato M5S e partorito con il voto di fiducia del Partito Democratico.

In entrambi i casi, infatti, si sarebbe trattato di un governo di minoranza controllato ferreamente da una formazione politica libera di revocare la fiducia in ogni istante qualora avesse constatato la sopraggiunta sussistenza di valide ragioni per tale revoca. Nessun inciucio, nessun accordo nascosto, nessun secondo fine: solo un accordo politico chiaro e dalla vita ben definita, al cui termine si sarebbe data nuovamente la parola agli elettori.

Detto in parole povere, un governo del genere avrebbe potuto nascere solo sulla base di un programma condiviso, ben delimitato, preciso, circostanziato, con tempistiche certe e rivolto esclusivamente ad affrontare una serie di questioni prioritarie e di estrema urgenza in campo economico e istituzionale. Insomma, ciò che in questo periodo viene chiamato "governo di scopo".
Come tutti gli analisti politici sostengono, non sarebbe certamente stato impossibile trovare fra il M5S e il PD una serie di punti condivisibili da poter attuare in maniera limpida e efficace. E poco sarebbe importato se fosse stato un governo PD appoggiato dal M5S oppure un governo M5S appoggiato dal PD. In matematica l'ordine degli addendi non ha alcuna rilevanza: il risultato dell'addizione resta lo stesso, e Lei la matematica, almeno quella elementare, dovrebbe conoscerla.

E non solo: anche non volendo ragionare in termini matematico ma in termini esclusivamente politici, è evidente che l'ipotesi di un governo M5S appoggiato dal PD non rappresenta fantascienza politica, visto e considerato che il M5S ha chiesto l'incarico sin dal primo momento in cui si sono aperte le consultazioni e che il PD, di fronte a questa ipotesi, non ha mai - dicasi MAI - posto alcuna esclusione di principio.

Ma Lei, esimio Presidente, questa ipotesi non l'ha nemmeno presa in considerazione, l'ha esclusa a priori. E noi italiani non comprendiamo affatto con quale diritto lei abbia deciso questa linea di condotta.

Ora quindi, ci faccia il favore: se ne vada a fare il nonno e lasci il posto ad altri. Ne abbiamo abbastanza.


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