giovedì 29 agosto 2013

La clamorosa truffa della finta eliminazione dell'IMU.

Bisogna prima di tutto capire di cosa stiamo parlando. Nel nostro immaginario collettivo, la "prima casa" è quella in cui si vive mentre quando si dice "seconda casa" la mente corre a immaginarsi il villino al mare, oppure la baita in montagna, oppure un appartamento dove non ci si vive e che è affittato a terzi rappresentando quindi fonte di lucro.

Peccato che le cose stiano spesso in maniera del tutto diversa.

Una robusta percentuale di italiani, per il nostro sublime sistema catastale e fiscale, possiede - udite udite - la SECONDA casa senza nemmeno essere proprietario della PRIMA.
A prima vista sembrerebbe un controsenso... ma invece è esattamente così.

La spiegazione è semplice quanto kafkiana: per rientrare in questa categoria di sfigati è sufficiente possedere fisicamente UN SOLO immobile ma avere la residenza ad altro indirizzo. E questo è il caso di tanta gente che, pur essendo proprietaria di una abitazione in località X è costretta a spostare la propria residenza in altra località Y per semplici e onestissimi motivi di lavoro.

Oggi, del resto, con la crisi occupazionale che c'è, una situazione di questo tipo è diventata ancora più frequente: i posti fissi sono sempre meno, e pur di lavorare si accetta di tutto, anche trasferirsi in capo al mondo. Bisognerà pur sbarcare il lunario, in qualche modo.

E naturalmente, poiché non stiamo certamente parlando di persone che si possono permettere l'acquisto di una casa nella località in cui hanno trovato lavoro, lavoro che del resto nella maggior parte dei casi sarà a tempo determinato, ne consegue che costoro cercheranno il classico appartamentino in affitto temporaneo, unica soluzione ragionevolmente compatibile con le loro possibilità economiche e con la predominante tipologia di contratto di assunzione.

Altrettanto ovviamente, costoro non prenderanno in considerazione né l'ipotesi di vendere la UNICA casa di cui sono proprietari (magari perché l'hanno semplicemente ereditata dai genitori e per loro ha un valore affettivo inestimabile) nella originaria località X, e né l'ipotesi di darla in affitto, perché sicuramente in quella casa ci sono tutti i loro averi e tutta la storia della loro vita: ne consegue che quella abitazione verrà utilizzata sia come "base logistica" per i periodi in cui si è senza lavoro e sia come "luogo di rilassamento" nei periodi di ferie che non ci si può permettere di passare a Ibiza o ad Acapulco ma che vengono trascorse "accontentandosi" di rivedere parenti e vecchi amici del luogo natìo.

In buona sostanza, quindi, persone che NON PER SCELTA MA SOLO PER NECESSITA' rinunciano a vivere - anche se ne farebbero volentieri a meno - dove hanno le loro radici... ma perseverano nell'ORRENDO CRIMINE di non voler rinunciare a mantenere queste radici. Non facoltosi benestanti, ma gente che prende i 1000-1200 euro al mese facendo l'operaio o l'insegnante precario o altri mestieri similari.

Ecco questa gente, che MAI avrebbe voluto sradicarsi ma che ha - giustamente - accettato di farlo, diventa improvvisamente bersaglio del fisco perché la loro UNICA casa è a tutti gli effetti la SECONDA casa. Essi quindi, lungi dall'usufruire delle esenzioni fiscali previste per la cosiddetta PRIMA casa, vengono assoggettati a balzelli degni dello sceriffo di Nottingham e si accollano, oltre alla sfortuna di dover andare a cercar lavoro altrove (e pagare anche un affitto...), anche l'onere di pagare le tasse anche per coloro che, più fortunati di loro, il lavoro ce l'hanno nella località in cui possiedono l'abitazione e in cui risiedono (senza pagare, naturalmente, alcun affitto, visto che la casa gli appartiene...).

Per non parlare di quelli, naturalmente, che come PRIMA casa hanno la villa con parco e campo da golf.

Ma ora la situazione, per gli sfigati di cui sopra, sembra persino foriera di ulteriori peggioramenti: con l'IMU, costoro pagavano le tasse sulla loro abitazione di proprietà ma NON sull'abitazione in cui vivono in affitto; con la prossima SERVICE TAX (o come diavolo si chiamerà) essi dovranno pagare sia per l'abitazione di proprietà che per quella in cui vivono in affitto.

Una situazione che può diventare persino insostenibile, dal punto di vista economico.

Io francamente sento puzza di bruciato lontano un miglio: vale a dire, poiché l'Italia è una nazione con un debito pubblico spaventoso ma con un debito privato irrilevante, in cui fra l'altro una notevole quota percentuale di cittadini possiede una abitazione, il prossimo passo di coloro che vogliono il fallimento e il definitivo crollo economico di questo "sistema-paese" è andare a intaccare pesantemente proprio la ricchezza dei privati, che come ho già detto è essenzialmente di tipo immobiliare. Ci vogliono sempre più poveri e sempre più zingari, senza radici e senza diritti.

Cui prodest?

Nessun commento:

Posta un commento