E dunque, signora Cancellieri, il suo alto incarico di ministro della Giustizia l'ha già messa duramente alla prova in diverse altre occasioni (più di cento, come lei stessa dichiara nella conferenza stampa messa on line da RaiNews sul canale YouTube in data 2 novembre 2013) in cui ha dovuto spendere il suo interessamento e dedicare la sua attenzione a vicende di particolare gravità e urgenza come quella, per esempio, di Giulia Ligresti.
In quella intervista lei ebbe a sottolineare come fosse suo dovere intervenire nel suo ambito di competenze presso il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria per verificare che non vi fossero pericoli per la salute e per l'incolumità della stessa Ligresti; rivolgendosi a un giornalista che le chiedeva una valutazione sull'opportunità del suo comportamento, questa è la sua testuale risposta:
"Se Giulia Ligresti fosse morta, io non avrei avuto forse qualche responsabilità oltre a quelle morali che naturalmente appartengono alla storia di ciascuno, lei non pensa che fosse un atto dovuto? io le rispondo che era un atto dovuto, perché era una persona anoressica che non mangiava da giorni e che era in pericolo di vita."
In altra parte dell'intervista, peraltro, lei conferma che l'essersi interessata alla vicenda di Giulia Ligresti altro non era che l'attuazione di un dovere del suo ufficio di ministro della Giustizia; qui alcuni passaggi significativi delle sue dichiarazioni:
"è un diritto del detenuto essere trattato in maniera corretta"
"io ho il dovere di vigilare, perché ogni detenuto che si suicida lo considero una sconfitta"
"lo Stato ha il dovere di intervenire in tutti i modi, con tutte le possibilità che ha, al verificarsi di una situazione di pericolo"
Ma ciò che segue, signora Cancellieri è l'apoteosi suprema della sua arringa difensiva:
"ora, se lei mi dice che una persona, perché è di buona famiglia, di ricca famiglia o di famiglia importante, non ha diritto alle stesse garanzie del più povero, no, scusi, mi dispiace, la legge è uguale per tutti"
Bene, signora Cancellieri, siamo molto lieti che anche lei condivida e riaffermi con forza e convinzione uno dei pilastri etici fondamentali di una società civile: l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge.
Siamo parimenti lieti che lei nel caso di Giulia Ligresti abbia anche accettato il prevedibile rischio di essere fatta oggetto di critiche politiche e di fraintendimenti ideologici e nonostante ciò si sia comunque attivata, sempre nell'ambito delle sue competenze giurisdizionali sul D.A.P., perché nulla venisse trascurato per far sì che la Ligresti non dovesse trovarsi in grave e imminente pericolo per la sua incolumità psicofisica proprio a causa della sua detenzione.
Ma ciò premesso, signora Cancellieri, a questo punto rimaniamo alquanto perplessi nell'apprendere che un'altra donna sembra trovarsi ancor'oggi, stando alle notizie di stampa, in stato di detenzione e in una situazione che definire "terribile" appare "terribilmente" inadeguato alla reale drammaticità del suo caso.
E le nostre perplessità non derivano dalla constatazione della tragicità della vicenda: sappiamo bene quanto sia deteriorata la condizione in cui versano gli istituti di pena italiani e non avremmo difficoltà a riscontrare tanti altri casi ugualmente angoscianti.
No, le nostre perplessità in realtà derivano dal fatto che l'avvocato di questa detenuta, sempre stando alle notizie di stampa, si è già (finora inutilmente, a quanto pare) rivolto proprio a lei che, in qualità di ministro della Giustizia e secondo quanto lei stessa ha pubblicamente e convintamente affermato con forza, avrebbe il dovere di intervenire in tutti i modi perché a questa detenuta vengano risparmiate delle vere e proprie crudeltà.
Il caso vuole, signora Cancellieri, che questa detenuta non sia anoressica come Giulia Ligresti ma sia ammalata di cancro, sia stata recentemente operata per un tumore al cervello, sia tossicodipendente in trattamento con metadone, sia ammalata di epatite C, sia sieropositiva, presenti un quadro clinico caratterizzato anche da disturbi dell'equilibrio e sindrome ansioso-depressiva e si trovi attualmente ricoverata nell'infermeria del carcere di Rebibbia in condizioni di non poter ricevere l'assistenza e le cure adeguate al suo stato.
E a questo punto ci sembra anche giusto dare un nome e un cognome a questa sfortunata detenuta: si chiama Giulietta Vinci Aquila, ha 44 anni, è una persona priva di una famiglia "buona", "ricca" o "importante" (sono proprio parole sue, signora Cancellieri) alle sue spalle ed è stata posta in stato di detenzione per scontare una pena residua di 2 mesi e 24 giorni originata dal mancato versamento di una sanzione pecuniaria determinata da reati connessi alla sua condizione di tossicodipendente.
Beh, anche a noi non sembra affatto "giusto" (anche queste sono parole sue, signora Cancellieri, parole pronunciate in una conversazione telefonica con la famiglia Ligresti) che Giulietta Vinci Aquila si trovi in stato di detenzione mentre dovrebbe invece trovarsi quanto meno ricoverata in ospedale o comunque in una struttura che possa garantirle il trattamento umano e sanitario a cui ha "diritto" (sempre parole sue, signora Cancellieri).
Non comprendiamo quindi il motivo per cui lei non si sia ancora attivata per risolvere anche questa situazione, che presenta oggettivi elementi di gravità e di urgenza che riteniamo siano ben più consistenti di quelli che hanno "doverosamente" (ancora una volta, parole sue, signora Cancellieri) portato lei, in qualità di ministro della Giustizia, ad attivarsi con il D.A.P. per gestire al meglio la condizione di grave anoressia di Giulia Ligresti.
A dire il vero, io resto convinto che quelle peculiari e particolarissime forme di anoressia possano essere rapidamente e efficacemente curate con una "terapia d'urto" consistente in una buona dose di pedate ben assestate sul fondoschiena, e in tal caso sono pronto a scommettere sulla ricomparsa subitanea e definitiva di un vorace appetito. Ma questa è solo una mia opinione personale.
Sono invece convinto al pari di quanto lo sia lei che la legge debba essere uguale per tutti.
E se la legge deve essere uguale per tutti, allora anche Giulietta Vinci Aquila ha il diritto di usufruire del suo fattivo e sollecito interessamento, signora Cancellieri.
Ma se lei, signora Cancellieri, non è in grado di assicurare tale interessamento nei confronti di Giulietta Vinci Aquila, allora lei viene meno a un dovere del suo ufficio. In tal caso le consigliamo di prendere atto della sua incapacità e di togliere il disturbo lasciando il suo incarico a qualcun altro.
Tanto ormai Giulia Ligresti è a casa (e a quest'ora sicuramente le è tornato di nuovo l'appetito).
Mission accomplished.
http://www.today.it/cronaca/giulietta-vinci-aquila-detenuta-storia-appello-cancellieri.html
http://www.today.it/cronaca/sieropositiva-tumore-cervello-carcere-rebibbia-giulietta-vinci-aquila.html
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