venerdì 23 maggio 2014

Repetita non iuvant, per l'Ottima Oppo

Come avevo promesso, proseguo imperterrito nel rivolgere la mia occhiuta attenzione ai sedicenti giornalisti.

Come probabilmente immaginate, fare il giornalista presuppone la capacità di comprendere, maneggiare e mettere correttamente in pratica i principi fondamentali della specifica deontologia professionale.

Non sembrerebbe peraltro nemmeno necessario sottolineare che un buon giornalista, se non vuole essere inserito nella nutrita schiera di pennivendoli da un tanto al chilo che come noiosi insetti infestano il mondo dell'informazione, dovrebbe annoverare fra le proprie abitudini anche un minimo sindacale di verifica dell'attendibilità delle notizie che intende pubblicare, e se tale verifica dà esiti negativi dovrebbe rinunciare a proporre tale notizia come vera.

Insomma, un giornalista non dovrebbe mentire sapendo di farlo e non dovrebbe nemmeno pubblicare notizie che sono facilmente identificabili come false.

Eppure non sembra che tali semplici regole siano state applicate dall'Ottima Maria Novella Oppo. Aridaje...


In questo articolo leggiamo testualmente:

Un potere a 5 stelle, che già minaccia tribunali speciali agli avversari, mentre, nei comuni dove si è insediato, arriva a togliere i dolcetti ai bambini. Ma solo quelli poveri, ovviamente.

Come ho già dimostrato parlandone proprio qualche giorno fa su queste stesse pagine, la notizia del dolcetto negato ai bambini è completamente destituita di fondamento. Falsa come una banconota da 3 euro.

Ci chiediamo quindi cosa pensa di sé l'Ottima Maria Novella Oppo quando la sera, tornando a casa dopo una dura e intensa giornata di lavoro nel campo dell'informazione, si guarda finalmente allo specchio.

Ai posteri l'ardua sentenza.

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