martedì 27 maggio 2014
Siamo uomini o caporali?
Niente...
dopo essermi letteralmente ribaltato dalle risate ascoltando Crozza a Ballarò, ho dato un'occhiata al sito di Beppe Grillo. Ora leggo le considerazioni di rappresentanti e simpatizzanti del M5S.
Niente. Nemmeno un'accenno di analisi logica del risultato elettorale dell'altro ieri. Grillo dice che è colpa dei pensionati che non vogliono cambiare. C'è chi parla di brogli. Quelli che danno la colpa agli 80 euro. Altri se la prendono con i media. Insomma, sembra tutto un grande gombloddo (cit.).
Ma signori miei, riflettere su quello che il M5S ha sbagliato in campagna elettorale, no? Comunicazione. Immagine. Contenuti. In ognuno di questi tre elementi, almeno a guardarli con il senno di poi, si riscontrano gravi errori. E gli errori vanno individuati, analizzati e compresi, altrimenti si rischia di rifarli o di frne di peggiori. Questa è la "professionalità" che ci richiede la vita e quindi anche la politica.
Non è questione di piangere sul latte versato. Non è questione di cercare capri espiatori. No. Si tratta semplicemente di comprendere che non può essere sempre colpa di qualcun altro. Tutto qua. Senza acrimonia, senza rabbia, senza isterismi.
Prendi Grillo, per esempio. Non so se i suoi estimatori se ne rendono conto, ma come personaggio pubblico, in termini di visibilità mediatica e di immagine, come testimonial del movimento, Grillo è finito.
Finito.
Out.
Rottamato (cit.).
Prima di dedicarsi anima e corpo a queste elezioni, Beppe Grillo veniva generalmente visto come un personaggio per certi versi picaresco ma tutto sommato simpatico. Un comico-politico-burlone che mescola due mondi facendone uscire un quadro surreale, iperbolico ma fondamentalmente ironico.
Grillo in questa campagna elettorale ha messo sul piatto tutto questo ma (purtroppo) anche molto di più: aggressività, negatività, richiami a situazioni e personaggi da film dell'orrore, il tutto mescolato a una tracotanza e a un delirio di onnipotenza a cui nessuno mai ha assistito in precedenza. E se almeno avesse espresso chiaramente, semplicemente e puntigliosamente i punti fondamentali del programma elettorale europeo del M5S, forse avrebbe salvato il salvabile. E invece no, niente, nemmeno quello. L'ho ascoltato con attenzione da Vespa-a-Vespa, una delusione totale: fossi stato un marziano appena sceso sulla Terra, gli avrei dato del matto.
E fatto trenta, facciamo trentuno, è andato anche a dire a tutto il mondo che se le cose non andavano come diceva lui si sarebbe ritirato dalla vita politica.
Beh, a me pare che "effettivamente" le cose non siano andate proprio come voleva lui.
Ergo, la conseguenza DEVE essere una sola: sia per dimostrare di essere una persona d'onore, perché gli impegni vanno mantenuti nel bene e nel male, cioè SEMPRE, se non si vuole dimostrare di essere un quaqquaraqquà.
E sia, ma soprattutto per questo, perché oggettivamente l'immagine di Beppe Grillo non è più positiva per il Movimento 5 Stelle. La prossima volta che si ripresenta su un palco, saranno sempre meno le persone disposte ad ascoltarlo con attenzione e sempre più quelli che lo accoglieranno con fischi e risate di scherno.
E francamente, se devo scegliere fra tutelare l'immagine del M5S e quella di Beppe Grillo, non ho esitazioni.
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