http://www.repubblica.it/politica/2013/11/16/news/scissione_forza_italia-ncd_chi_va_con_alfano_e_chi_no-71181479/
Gli organi di stampa hanno dato notizia che il partito del Popolo della Libertà si è formalmente scisso in due entità separate. Come sappiamo, Silvio Berlusconi ha deciso di azzerare il PdL e di ridare nuova linfa all'azione politica del centrodestra ritornando al nome e al simbolo di Forza Italia, formazione politica con cui era originariamente "sceso in campo" nei primi anni '90. Il suo delfino Angelino Alfano, invece, manifesta la propria contrarietà a questa scelta vedendoci un eccesso di estremismo che a suo dire potrebbe provocare pesanti conseguenze negative sulla stabilità dell'attuale quadro politico e quindi anche sui destini della nazione.
Ok, prendiamo atto anche noi della notizia. Tuttavia, il minimo sindacale di neuroni funzionanti ci porta istintivamente a portare la nostra attenzione sulla lista dei nomi che hanno preferito la linea di Alfano a quella di Berlusconi: non si tratta certamente di personaggi di secondo piano, al contrario, fra essi troviamo diversi berlusconiani della prima ora nonché una buona fetta dei vertici dell'appena defunto PdL. Citiamo a caso, l'ex presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni e l'ex presidente del Senato Renato Schifani, per non parlare di volti notissimi come Fabrizio Cicchitto, Maurizio Lupi, Nunzia De Girolamo, Beatrice Lorenzin, Giuseppe Quagliariello, Maurizio Sacconi e Carlo Giovanardi.
Ora, è certamente possibile che fra i massimi dirigenti di un partito possano nascere divergenze politiche (espressione che nel panorama italiano vuol dire quasi sempre "giochi di potere" o "posti alla mangiatoia"): questa non sarebbe né la prima né l'ultima volta. Ma arrivare a credere che tali divergenze possano portare non solo a frizioni interne ma addirittura all'abbandono del leader carismatico da parte di una buona parte dei fedeli storici... no, scusate, tutto questo è veramente difficile da digerire.
Tanto difficile da portarci a ritenere più verosimile e attendibile supporre che tutta questa manfrina possa essere soltanto fumo negli occhi. E' necessario ricordare che, se Silvio Berlusconi resta pur sempre il leader unico e indiscusso di quello che viene comunemente definito "centrodestra", appare del tutto priva di credibilità l'ipotesi che Alfano e i suoi seguaci possano intraprendere un percorso che comporti una vera e propria autonomia politica rispetto al capo carismatico. La figura di Silvio Berlusconi occupa ancora tutta l'area disponibile, non vi è spazio per altri, e se già la cosa è stata abbondantemente dimostrata nel recente passato, come del resto testimoniato dalla rapidissima sparizione politica di Fini e Casini che pure avevano una storia politica addirittura antecedente a quella di Berlusconi, lo è ancora di più oggi che i "dissidenti" del Nuovo Centrodestra sono tutti indistintamente personaggi che in politica sono nati o ci sono rimasti solo grazie a Silvio Berlusconi e non certo per propri meriti.
Insomma, Lupi e Alfano non sono certo De Gasperi e Adenauer, e se si sono distaccati dal percorso intrapreso da Forza Italia il motivo vero è uno solo: si tratta, per Silvio Berlusconi, di preparare il momento in cui staccherà la spina al governo Letta, determinando così la necessità di nuove elezioni. Tutto questo, nel presupposto che Silvio Berlusconi è e resta di fatto il manovratore, occulto o esplicito ma comunque unico e assoluto, di entrambe le formazioni politiche. Questo peraltro consente a Silvio Berlusconi di tenere sotto controllo sia l'ala "governativa" sia l'ala "estremista" del centrodestra, potendo quindi continuare a influenzare le scelte parlamentari in un senso o nell'altro.
Operazione che, si presume ragionevolmente, avrebbe anche una notevole valenza elettorale e di immagine, poiché consentirebbe a Silvio Berlusconi di acquisire consenso anche fra gli elettori che finora hanno votato per altre formazioni politiche di centrodestra: ovvero Scelta Civica e Lega Nord.
Quindi stiamo pure sereni: quella a cui stiamo assistendo è soltanto una enorme sceneggiata ad uso e consumo dei gonzi. Il Signore e Padrone resta sempre uno e uno solo.
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